Giovanni Clerici, ex tennista, giornalista e scrittore italiano, nasce il 24 Luglio del 1930 a Como.
Considerato uno dei più grandi esperti di tennis al mondo, nel 2006 è stato inserito nella Hall Of Fame del Tennis per il numero e la qualità degli articoli pubblicati.
Ma ripercorriamo la sua carriera a partire dal periodo in cui si trovava in prima linea nel settore tennistico.
Nel 1947/1948, giocando in doppio con Fausto Gardini, vinse ben due titoli nazionali juniores.
Nel 1950 sempre nella categoria juniores, vinse la finale del singolare maschile e a Vichy, in Francia, la “Coppa de Galea”.
Nel 1951 la sua carriera tennistica cominciò ad incrociarsi con quella giornalistica poiché cominciò a lavorare per la “Gazzetta dello Sport”.
L’anno successivo si portò a casa una grande vittoria al “Monte Carlo New Eve Tournament” e nel 1953 partecipò a Wimbledon e al Roland Garros fermandosi però sempre al primo turno.
Nel 1954 decise di abbandonare la Gazzetta per cominciare una collaborazione con “Sport Giallo” e “Il mondo”.
Nel 1956 venne assunto dal “Giorno” diventando così inviato ed editorialista fino al 1988 quando si dimise dal “Giorno” per spostarsi in “Repubblica” e collaborare con l’”Espresso“.
Nel frattempo però pubblicò una gran quantità di libri e romanzi come:
“Il vero tennis”, “Il tennis facile”, “Quando viene il lunedì”, “I gesti bianchi”, “Altri clown”, “Fuori rosa”, “500 anni di tennis”, “Il grande tennis”, “Divina. Suzanne Lenglen, la più grande tennista del XX secolo” biografia di Suzanne Lenglen, sei volte vincitrice di Wimbledon e “Cuor di Gorilla”.
Gianni Clerici scrisse più di 6000 articoli sportivi, diventando uno dei più importanti commentatori tecnici italiani, dallo stile talmente unico che ne parlò anche il TIME in America in un articolo intitolato: “Tennis, Italian Style”.
Vinse il “Premio Vallecorsi” come miglior giornalista italiano e il premio “Penna d’Oro” come miglior editorialista.
Addirittura, nel 2005, dopo aver scritto “Alassio 1939” ed “Erba rossa” si cimentò nella poesia e pubblicò una raccolta di componimenti dal titolo “Postumo in vita” e nel 2006 una raccolta di racconti dal titolo “Zoo. Storie di bipedi e altri animali”.
Dopo essere stato inserito nella Hall Of Fame, come precedentemente detto, scrisse l’opera teatrale “Mussolini l’ultima notte” che venne messa in scena al Teatro Valle di Roma.
Nel 2008 scrisse “una notte con la Gioconda”, nel 2011 pubblica le poesie della raccolta “Il suono del colore” e nel 2012 “Australia Felix”, che precede la pubblicazione di “Wimbledon. Sessant’anni di storia del più importante torneo del mondo”.
Per finire nel 2015 esce con “Quello del tennis. Storia della mia vita e di uomini più noti di me.”
Ancora oggi scrive per “Repubblica“.
“Non sempre nelle sue cronache troverete il risultato dell’incontro, ma troverete sempre la spiegazione della vittoria di un giocatore sul proprio avversario”.
- “Quando il piccolo Bjorn Borg iniziò a giocare, trovò fortuitamente un insegnante che lo lasciò colpire quel suo colpo diritto che ancora non si chiamava arrotata perché nemmeno io ne avevo mai visto uno simile. E anche gli lasciò impugnare, quel Maestro intelligente, il rovescio come Borghetto aveva appreso giocando ad hockey. E il risultato fu l’ immenso Borg. Mentre, con alcuni maestri canini che conosco io, Borg non sarebbe diventato Borg, ma al più un giocatore di Serie B, dotato di uno stile superatissimo e soprattutto disadatto alla sua struttura osteomuscolare”.
- “Wimbledon è qualcosa di più di un torneo, è una religione. La gente va lì, fa la fila ai cancelli da due notti prima, ma non solo per andare a vedere Nadal piuttosto che Federer. Wimbledon è il Vaticano del tennis. È come per un cattolico andare in pellegrinaggio a San Pietro.”
- “Se fossi un po più gay di quello che sono, mi farebbe piacere essere accarezzato dalla volée di McEnroe.”